Sei anni dopo l'ingresso dei carri armati con la bandiera a stelle e strisce sul territorio iracheno, quella in Iraq è una guerra 'dimenticata' per gli Stati Uniti e il giudizio degli americani sull'avventura decisa dall'amministrazione Bush sta cambiando.
Strano, come volevasi dimostrare di belle notizie nei telegiornali italiani non se ne sentono mai, si vede proprio che le brutte abitudini sono dure a morire... a qualche giorno di distanza del mio post Allarmismo e Terrorismo Mediatico - Italia 2009 (Parte 1) l'informazione italiana non si smentisce.
Il numero dei militari statunitensi morti è ai minimi record e i sondaggi indicano che le preoccupazioni sono sempre più per lo scenario afghano, non più per quello iracheno. Tra gennaio e febbraio scorsi sono stati 15 gli uomini persi dal Pentagono in operazioni militari in Iraq: mai così pochi in un bimestre, e assai meno dei 60 dello stesso periodo del 2008 e dei 149 del 2007.
Infatti da Dicembre 2008 non è morto un solo membro del corpo dei Marine (3 in tutto da Agosto 2008), mentre l'U.S. Air Force non perde militari in Iraq da Aprile 2008 e la Marina Americana da Febbraio 2008. In totale, gli Stati Uniti hanno perso in Iraq 4.260 militari dal 2003, 3.424 dei quali uccisi in combattimento, ma il grosso delle vittime appartiene ormai al passato. Inutile ricordare il grosso sacrificio di vite umane che il popolo americano con padri, madri, vedove e vedovi ha fatto in tutta questa guerra e moltre altre guerre del passato, inutile parlare di giusto o sbagliato, cause ed effetti, colpe o non colpe di chi o di cosa, resta il sangue, il sacrificio, e il grande amore per la patria che gli americani possiedono, qua aimè l'italia avrebbe molto da imparare ma è un'altro discorso...
La svolta iniziata nel 2007 con la strategia del 'surge', l'incremento delle truppe e la loro diversa dislocazione voluti dal generale David Petraeus, si è consolidata nel tempo in una diminuzione complessiva della violenza in Iraq. Secondo il Pentagono, gli attacchi a Febbraio con 'IED' (ordigni esplosivi improvvisati e rudimentali che rappresentano la maggiore minaccia per i militari americani e civili iracheni) sono stati 340, il numero più basso dal Febbraio 2004. Uno scenario che aiuta ora il presidente americano Barack Obama a portare avanti il programma di mettere fine alle missioni di combattimento americane in Iraq entro il 31 agosto 2010, mi viene in mente che a differenza di molti l'oprato dell'ex presidente Bush a detta di diversi analisti, non sia stato affatto cosi deprorevole ne tantomeno insensato, ora è chiaro che l'ultimo arrivato sta effettivamente raccogliendone i frutti, non certo per suoi meriti, ma tant'è l'importante che il sacrificio di sangue possa finalemnte cessare.
Inaftti il miglioramento complessivo della situazione nel Paese e a Baghdad, purtroppo accompagnato invece dal peggioramento delle cose in Afghanistan, sta cambiando il giudizio dell'America e del mondo sulla guerra iniziata la mattina del 20 Marzo 2003 con l'attacco all'Iraq. E nel lungo periodo potrebbe, e sicuramente sarà, influente nel il giudizio storico sulle scelte dell'amministrazione Bush. Per ulteriori informazioni scrissi tempo fa un post (sarò preveggente heheh) sull'argomento Lettera Aperta, Grazie Presidente George W. Bush
L'ultima rilevazione della Gallup (azienda internazionale che si occupa di statistica e sondaggi) mostra che la percentuale degli americani che ritiene che l'avventura in Iraq sia stata un errore è sceso al 53%, dal 60% dello scorso anno. Nel frattempo, il 42% dell'opinione pubblica Usa è ora convinto che sia stato un errore invadere l'Afghanistan nel 2001, sulla scia dell'attacco all'America lanciato da al-Qaida l'11 settembre: la percentuale lo scorso anno era assai minore, pari al 25%, e testimonia le preoccupazioni legate all'aumento della violenza sullo scenario afghano...vi terrò aggiornati, sopratutto visto che se non ci sono massacri o scandali i media nazionali se ne fregano.