
"La crisi esiste, ma è vissuta sui media in maniera più drammatica di quella che
effettivamente è"
- Berlusconi, 6 marzo 2009
Da questa frase parte una mia considerazione che da giorni, settimane e mesi mi balla in testa, e mi spinge a fare questo post impegnato più volte rimandato per mancanza di tempo, aimè.Penso che i principali media, televisione e quotidiani, debbano necessariamente imparare a rispettare la regola base e semplice dovuta al buonsenso, cioè quella di informare su qualsiasi tema l’opinione pubblica ricordando che, anche in informazioni a tema, debba essere rispettata sempre la chiarezza sia nella esposizione dei fatti che negli eventuali commenti conseguenti.
Quando si tratta di informazioni a tema, soprattutto televisive qualsiasi sia l’emittente, l’opinione pubblica è predisposta ad ascoltare dedicando il tempo necessario, mentre molto spesso nelle informazioni dei vari telegiornali o anche nei titoli dei quotidiani e settimanali (d'accordo la necessità di sintesi..però..eddai!!) si affermano spesso tesi assurde, distorte e, quel che è peggio, addomesticate o infondate, approfittando della loro posizione di presunta autorevolezza che in loro ripongono gli ascoltatori e lettori.
Intendo dire che molto spesso, sempre di più (ma molto di PIU') rispetto al passato, si “fa clamore e titoloni” su notizie e dati che poi a ben guardare si rivelano meno allarmanti e "pompati", la cosa grave è che nel frattempo l’informazione distorta può contribuire a farsi un’idea altrettanto imprecisa da chi sta dalla parte opposta.
Questo pericoloso uso dei media in modo spregiudicato, può contribuire non poco a formare orientamenti e idee del tutto legittime, ma basate su informazioni distorte, o a rafforzare le singole convinzioni e dare spazio al qualunquismo della peggiore specie; a ben guardare si cerca di creare percezioni o a crearne di nuove, ma il termine stesso sta ad indicate una sensazione, un sospetto che non necessariamente poi viene confermato dalla realtà dei fatti... appunto, non necessariamente!
Se ci fate caso da qualche settimana a questa parte è cominciato il grande battage sul livello di ricchezza degli italiani e la crisi economica ed alcune tv continuano a trasmettere gli stessi eventi che senz’altro sono veri, ma che non rappresentano certo una realtà diffusa e soprattutto se non trovano riscontro in una parte degli ascoltatori, comunque insinuano il timore che quella certa situazione incomba immanente su di loro come apocalittica e finale.
E’ poi vero che se l’ascoltatore ha tempo e modo di approfondire,questo messaggio distorto può essere annullato e/o corretto, ma se così non fosse ecco che l’orientamento può radicarsi e portare a conclusioni anch’esse errate, infatti vedo io stesso che anche chi la crisi non la sente più di tanto è vittima di questo terrorismo mediatico ed entra in uan psicosi che paralizza, blocca, rimanda i consumi creando davvero quel blocco dell'economia che i tg godono tanto nello sbandierare.
In questi giorni continuano informazioni sullo stato della economia, delle banche e delle borse (quanta gente investe realmente in borsa!?) per cui un problema reale così ingigantito diventa un problema o un pericolo per tutti, mentre invece il fenomeno esiste certamente, ma con drammaticità più contenute e non cosi realmente a danno della popolazione, infatti i danni sono causati da effeti collaterali più che dall'indice MIBTEL stesso.
Noi italiani, purtroppo, cerchiamo sempre di schivare il problema reale della crisi facendo allarmismo o sminuendo il tutto (come qualche mese fa) ma stavolta non c'e da scherzare ne da sottovalutare, questo anche anche se i nostri politici dicono il contrario perche con tutti i soldi che hanno ci possono campare 17 generazioni (loro) . In italia c'e il 48% di propretari di barche a velo di svariati milioni di euro che non hanno reddito e loro vanno a colpire la gente che si spaccha la shiena per 1500€ al mese (quando va bene) facendo 12 o anche 14 ore al giorno per poter far sopravvivere figli e moglie.
A volte mi viene l'istinto di non vedere il tg perché, ad esempio, prendiamo la vicenda di Eluana Englaro (non entro nel merito perché penso che sia solo un problema dei suoi famigliari e quindi che merita rispettoso silenzio come richiesto dal padre più volte) ha monopolizzato la notizie, per settimane!
Non avevamo più una crisi economica? In iraq non ammazzavano più nessuno? Palestina e israele dopo 5000 anni hanno fatto pace e non ci dicono nulla? In italia tolti gli stupri di gruppo non esiste altro? Possibile che un incidente in auto dove muore un uomo e uno rischia il linciaggio termini li? E' stato scarcerato e non ce lo vogliono dire perchè non fa notizia? Bah... sono sempre più perplesso e preoccupato...
Toccare quindi temi così delicati con informazioni “mordi e fuggi” non può essere giustificato dalla necessaria sinteticità dell’informazione, ma fanno sorgere il sospetto che gli scopi siano ben altri.
Tutte queste sembrano sempre più denuncie sensazionalistiche e pompate. Piuttosto, informando correttamente l’opinione pubblica, su temi che devono essere affrontati e soprattutto risolti o ridimensionati definitivamente da chi ne ha competenza ed onere sarebbe saggio e onorevole per la professione del giornalista o telecronista.
Nella realtà poi queste attenzioni esasperate non possono essere tenute dai media per molto tempo per cui si trasformano in “campagne” ne più ne meno di quella delle polveri sottili, dei possibili default elettrici, delle immondizie o ancora più drammaticamente di quelle sugli stupri e delle morti bianche.
Sui fatti di cronaca nera che tanto vendono bene al Cinema e nei Serial Tv, se ci fate caso, siamo tutti portati a sapere chi ha commesso reati piuttosto del perché; andiamo a verificare subito se sono coinvolti stranieri extracomunitari, albanesi, rumeni ed irregolari, prima di informaci ed essere informati sulle cause dei fatti; fatti come Novi Ligure, Erba, Perugia vedono focalizzare l’attenzione sui soggetti coinvolti (o presunti come nel caso della mancata corrispondenza del DNA dei due rumeni coinvolti nello stupro della Caffarella) piuttosto che sui singoli fatti e sulle possibili cause che li hanno prodotti.
Concludendo i canali mediatici sono quindi un grande supporto per l'informazione, ma ben sapendo della loro possibile manipolazione, occorre che il senso critico dell'opinione pubblica (noi tutti) sia molto più elevato di un tempo, per evitare orientamenti distorti dei quali, magari troppo tardi, di potremmo renderci conto e amaramente pentirci.
Come noterete ho specificato nel titolo (Parte 1) perchè la cosa conto di poterla continuare nei giorni a venire, è tosto e c'è molto da scrivere, meglio diluire per non annoiare chi leggerà.