"Noi giochiamo bene a calcio, il nostro è il gioco più bello, peccato che ogni tanto andiamo in letargo. Ma, se all’Inter fosse mancato Ibrahimovic per il numero di partite in cui a noi è mancato Kakà, adesso - sentenzia Adriano Galliani - racconteremmo un campionato molto diverso». La nuova frecciata rossonera con destinazione il quartier generale di Mourinho arriva al termine di una fatica che ha sorriso alla truppa Ancelotti con una semplicità tale da ricordare le partitelle in famiglia di metà settimana. Reti (due), pali (sempre due) e nessun brivido ad attraversare la retroguardia rossonera se non per un fortuito tentativo di autogol di testa di Favalli spentosi sul legno in avvio.
Intervista Ancelotti Catania-Milan 0-2
Il Milan ha ancora una volta il volto sorridente di SuperPippo Inzaghi, a segno per l’undicesima volta nelle ultime otto giornate anche se, ieri, il suo bottino poteva essere più ricco senza tre errori di mira sotto porta. Ma, il racconto di una banda milanista lanciata mille all’ora da almeno un mese è nei tacchetti fatati del genio Kakà, sempre nel vivo delle trame (per lui un lungo applauso dell’intero stadio dopo la parabola che ha centrato il palo), sempre con la spina accesa. "Peccato manchino solo quattro partite alla fine...», sussurra Ancelotti mentre in scena è già entrato il derby del gradimento. "Fatevi i conti e - continua nel suo contropiede Galliani - vedrete come nelle gare in cui il nostro Kakà è sceso in campo dal primo minuto abbiamo fatto più punti dell’Inter. Se non fai del bel calcio la tua forza, in Europa non raccogli niente». Già, l’Europa. Galliani rispolvera i numeri dei rossoneri oltre confine ("Per noi parlano otto finali di Champions), un affondo segnato in rosso per provare a smarcarsi dal campionato a tinte nerazzurre e per colpire là dove duole il cammino di Mourinho e di tutti coloro che hanno preceduto il portoghese sulla panchina interista.
"In campionato - dice Galliani - siamo stati costretti a vivere momenti di grandissima emergenza, ma ora che stiamo bene e abbiamo il miglior Kakà i risultati si vedono: con il trio Champions (Kakà, Inzaghi, Seedorf, ndr) voliamo. Loro hanno avuto solo più continuità...». Loro sono Ibrahimovic e soci, la continuità come arma, il divertimento o lo spettacolo come parentesi e niente più: questo pensa il mondo rossonero dei cugini in fuga, ma solo perchè le gomme di Ibra non hanno forato come quelle di Kakà. A Catania, la partita non c’è stata. Il Milan si è messo alle spalle l’ottava prestazione senza macchia (ben 7 i successi dal primo marzo ad oggi) sotto lo sguardo di uno stadio che ha potuto ammirare una macchina che è tornata a girare a memoria. "Siamo belli da vedere, in campo ci divertiamo», sottolinea Inzaghi. Beckham sorride: "Così è tutto più facile, l’Inter è avanti, ma giochiamo alla grande», precisa l’inglese. E, l’architetto di questa rinascita? Ancelotti scherza sul fantasma di Abramovich, avvistato a largo di Taormina. "Ci manca solo che mi venga a prendere un elicottero. Quasi quasi mi fermo e ritorno a Milano più avanti», ride. "La società - continua Ancelotti - ha detto che a fine stagione parleremo del mio futuro. E, io, aspetto la fine del campionato».
Video Gol Highlights Catania-Milan 0-2
Non Perdere di Vista L'Obiettivo
Il buon momento dei rossoneri è sottolineato da critica, tifosi, avversari e dagli stessi tesserati. La striscia di vittorie e risultati utili conseguiti sono alla base di una ritrovata serenità e convinzione nei propri mezzi che si percepisce anche dalle dichiarazioni bellicose e spesso ottimistiche dei vari Kakà, Seedorf, Ambrosini ed altri ancora. C’è la sensazione che molti dei menzionati in cuor loro "credano" ad uno scudetto che solo 15 giorni fa non avrebbero provato nemmeno a sognare. Il Presidente Berlusconi piuttosto che Galliani e il tecnico dalle dichiarazioni rilasciate fanno capire che i sogni devono rimanere tali perché ritornare alla realtà è talvolta sin troppo doloroso. Allo stesso modo i vertici dirigenziali di via Turati ricordano con tempistica chirurgica che il mercato estivo non potrà essere dispendioso per vari e conosciuti motivi soprattutto in tempi di austerity e di crisi mondiale. Lo stesso Ancelotti fa eco al bravo Galliani sulla necessità di arrivare a coprire due ruoli specifici (un difensore centrale e una punta) con innesti mirati e Berlusconi sottolinea l’inopportunità di pensare a rivoluzioni.
Tutti perfettamente allineati come si richiede ad una società che ha un proprio chiaro programma da perseguire. Ora si deve percepire che se può risultare logica l’esaltazione di molti tifosi che si sentono, finalmente, quasi alla pari dei cuginastri, non bisogna dimenticarsi che la squadra ha una rosa molto imperfetta già nella sua ideazione di inizio stagione e che molte pedine per infortuni plurimi, oltrepassati limiti d’età e opportunità non sfruttate non dovranno più essere considerate delle certezze in casa Milan (il primo pensiero con affetto e stima va a Nesta fuori da troppo tempo oramai) altrimenti si rischierà di ripetere situazioni già vissute (è sufficiente rammentarsi il "vecchio" capitano al fianco dell’infortunato e fuori condizione Kaladze nel derby di ritorno che è forse valso una stagione!). Se l’obiettivo realistico dei prossimi trenta giorni è mantenere il secondo posto, l’eventuale avvicinamento all’Inter non dovrà far perdere l’equilibrio delle valutazioni e quindi ricordarsi che in Europa, in questa stagione e non solo contro il Werder Brema, il nostro Milan è stato spesso penoso e non all’altezza della sua fama è quasi un dovere per gli addetti ai lavori ma pure per i tifosi. La Coppa Italia voglio ricordare è sfuggita a S. Siro al primo incontro e lo scudetto, sino a prova contraria, resta un miraggio. Con un portiere da recuperare, dei centrali da innestare, un esterno da inserire e una punta da affiancare al lotto attuale c’è molto da lavorare ma è il vero obiettivo da non perdere di vista. Buon lavoro ragazzi..
(Fonti & Spunti: Ilveromilanista, LaStampa, Gazzetta, Milan News, A. Fracasso)