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Inizia la primavera. La stagione più attesa forse, che ci riscalda dopo il lungo grigiore invernale e ci proietta verso la calda estate e le sospirate vacanze. Quella in cui rifiorisce la vita e si risveglia un po’ tutto dal letargo, anche la nostra voglia di uscire e di stare in giro all’aria aperta.

Crisi: Colpito anche Playboy Inc.!

Stupore nell'apprendere che sembra avvicinarsi la fine di un mito degli ultimi 50 anni, Playboy Magazine e l'impero di Hefner. Il Daily Mail Britannico ha dato oggi la notizia. Playboy Inc. (o Playboy Magazine) la celebre rivista rivolta al pubblico maschile, fondata nel 1953 a Chicago da Hugh Hefner, e diffusa in tutto il mondo sia nella versione originale sia in edizioni locali, è in vendita e potrebbe in alternativa anche chiudere i battenti schiacciata dalla pressante concorrenza rappresentata dal mondo di internet.

Playboy ha perso 600 mila lettori solo negli ultimi due anni, subendo perdite rilevanti, 13,7 milioni di dollari nel primo trimestre del 2009.
E così Jerome Kern ha deciso di mettere in vendita società e marchio, per la modica cifra di 300 milioni di dollari. Si vocifera che Richard Branson potrebbe essere interessato: ironico che sia il fondatore di "Virgin Media"; ma si dice anche che la cifra richiesta sia sovrastimata.

Il fondatore, l'ottantreenne Hugh Hefner (presente in veste di "ospite" all' ultimo festival di Sanremo), detiene ancora il 70% dei capitali, e molti sostengono che la rivista resterà quello che è fino a quando lui resta vivo.

Personalmente conosco al rivista dall'adolescenza, e fu gioia e stupore quest'anno quando lessi che era tornata l'edizione italiana, lo scoprì solo ad Aprile, ma ora mi sono abbonato al volo, la cifrà è irrisoria, e la qualità del prodotto è notevole. Se vi interessa abbonarvi online a Playboy Italia..andate qui.
Perchè? Per consolarmi/ci dalla recessione, per rifarmi/ci gli occhi, per ammirare bellezze diverse da quelle che sfilano in passerella, quasi anoressiche, o dalle solite veline sempre uguali a se stesse. Il 5 dicembre 2009 tornò in edicola la versione italiana di Playboy.

A dirigere il mensile ora c'è Gian Maria Madella (si una donna): "Offriremo non solo 40 pagine di bellezze, specialmente italiane, ma anche oltre 90 pagine di contenuti dove il lettore troverà quello che non si scrive sugli altri giornali. Sarà una vera rivista liberal". Non solo conigliette, dunque, ma cultura e attualità. Come si diceva una volta, insomma: compro Playboy perché ci sono dei begli articoli.

Il primo numero del nuovo mensile uscì con una tiratura di 500 mila copie. L'ultima edizione italiana durò ben 15a d'anni, fino alla fine degli anni Ottanta. "Sono in contatto con gli agenti di donne famosissime, ma per ora non posso svelare i nomi - ha anticipato il direttore Madella. Avremo anche noi le nostre interviste celebri e i nostri collaboratori prestigiosi, tra i quali per ora posso citare gli scrittori Antonella Landi e Edoardo Montolli". Anche lo psichiatra Paolo Crepet - prezzemolino - sarà della squadra, ancora in via di definizione. "Playboy italiano dovrà regalare bellezza e sensualità raffinata, ma fare anche cultura politica, contro ogni pregiudizio, come il Playboy dei tempi d'oro". Ed inizò caccia alle conigliette made in Italy. Chi ci vedreste bene voi nel paginone centrale?

LA PRESUNTA DISPONIBILITA' ALLA VENDITA
Nel primo trimestre del 2009 PlayBoy, complice anche la crisi economica mondiale, ha registrato perdite per 13,7 milioni di dollari, cifre tanto clamorose da spingere l'ottantatreenne fondatore (e tuttora proprietario) del noto marchio a mettere in vendita il coniglieto più amato dalla popolazione maschile mondiale.

La cifra richiesta per la cessione si aggirerebbe, secondo indiscrezioni, attorno ai 300 milioni di dollari, cifra da molti valutata eccessiva per un'azienda con una capitalizazione di 100 milioni di dollari ed una posizione di mercato tutt'altro che invitante.

Chi darà una mano al porno? La crisi ha quindi colpito anche il settore più voluttuoso: quello della pornografia. Anche il "porno non è immune alla recessione", scrive il sito americano di Abcnews, nel riportare le ultime indiscrezioni su Playboy.
Nonostante ciò alcuni gruppi di private equity, come l'Apollo capital partners e il Providence equity partners, hanno avviato dei negoziati preliminari. Il Daily Mail ha anche ipotizzato un acquirente famoso: il britannico Sir Richard Branson, fondatore dell'impero Virgin.

Sembra (il condizionale è d'obbligo) sia tutta colpa del porno gratis se l’identità dei potenziali offerenti è però un mistero, non lo è sicuramente la crisi della storica rivista, che ha pagato di tasca sua il "porno gratis" a cui si può accedere attraverso Internet, e che è stata costretta a prendere anche misure drastiche, tra cui il licenziamento del 25% della sua forza lavoro a Los Angeles e a New York.

Ah dimenticavo, degno di nota e piacevole da seguire è il programma tv E! Entertainment in onda su SKY il sabato...
(Fonti & Spunti: Playboy, Wikipedia)

Continua || martedì, maggio 26, 2009 || Leggi Commenti

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Crisi: Colpito anche Playboy Inc.!
Stupore nell'apprendere che sembra avvicinarsi la fine di un mito degli ultimi 50 anni, Playboy Magazine e l'impero di Hefner. Il Daily Mail Britannico ha dato oggi la notizia. Playboy Inc. (o Playboy Magazine) la celebre rivista rivolta al pubblico maschile, fondata nel 1953 a Chicago da Hugh Hefner, e diffusa in tutto il mondo sia nella versione originale sia in edizioni locali, è in vendita e potrebbe in alternativa anche chiudere i battenti schiacciata dalla pressante concorrenza rappresentata dal mondo di internet.

Playboy ha perso 600 mila lettori solo negli ultimi due anni, subendo perdite rilevanti, 13,7 milioni di dollari nel primo trimestre del 2009.
E così Jerome Kern ha deciso di mettere in vendita società e marchio, per la modica cifra di 300 milioni di dollari. Si vocifera che Richard Branson potrebbe essere interessato: ironico che sia il fondatore di "Virgin Media"; ma si dice anche che la cifra richiesta sia sovrastimata.

Il fondatore, l'ottantreenne Hugh Hefner (presente in veste di "ospite" all' ultimo festival di Sanremo), detiene ancora il 70% dei capitali, e molti sostengono che la rivista resterà quello che è fino a quando lui resta vivo.

Personalmente conosco al rivista dall'adolescenza, e fu gioia e stupore quest'anno quando lessi che era tornata l'edizione italiana, lo scoprì solo ad Aprile, ma ora mi sono abbonato al volo, la cifrà è irrisoria, e la qualità del prodotto è notevole. Se vi interessa abbonarvi online a Playboy Italia..andate qui.
Perchè? Per consolarmi/ci dalla recessione, per rifarmi/ci gli occhi, per ammirare bellezze diverse da quelle che sfilano in passerella, quasi anoressiche, o dalle solite veline sempre uguali a se stesse. Il 5 dicembre 2009 tornò in edicola la versione italiana di Playboy.

A dirigere il mensile ora c'è Gian Maria Madella (si una donna): "Offriremo non solo 40 pagine di bellezze, specialmente italiane, ma anche oltre 90 pagine di contenuti dove il lettore troverà quello che non si scrive sugli altri giornali. Sarà una vera rivista liberal". Non solo conigliette, dunque, ma cultura e attualità. Come si diceva una volta, insomma: compro Playboy perché ci sono dei begli articoli.

Il primo numero del nuovo mensile uscì con una tiratura di 500 mila copie. L'ultima edizione italiana durò ben 15a d'anni, fino alla fine degli anni Ottanta. "Sono in contatto con gli agenti di donne famosissime, ma per ora non posso svelare i nomi - ha anticipato il direttore Madella. Avremo anche noi le nostre interviste celebri e i nostri collaboratori prestigiosi, tra i quali per ora posso citare gli scrittori Antonella Landi e Edoardo Montolli". Anche lo psichiatra Paolo Crepet - prezzemolino - sarà della squadra, ancora in via di definizione. "Playboy italiano dovrà regalare bellezza e sensualità raffinata, ma fare anche cultura politica, contro ogni pregiudizio, come il Playboy dei tempi d'oro". Ed inizò caccia alle conigliette made in Italy. Chi ci vedreste bene voi nel paginone centrale?

LA PRESUNTA DISPONIBILITA' ALLA VENDITA
Nel primo trimestre del 2009 PlayBoy, complice anche la crisi economica mondiale, ha registrato perdite per 13,7 milioni di dollari, cifre tanto clamorose da spingere l'ottantatreenne fondatore (e tuttora proprietario) del noto marchio a mettere in vendita il coniglieto più amato dalla popolazione maschile mondiale.

La cifra richiesta per la cessione si aggirerebbe, secondo indiscrezioni, attorno ai 300 milioni di dollari, cifra da molti valutata eccessiva per un'azienda con una capitalizazione di 100 milioni di dollari ed una posizione di mercato tutt'altro che invitante.

Chi darà una mano al porno? La crisi ha quindi colpito anche il settore più voluttuoso: quello della pornografia. Anche il "porno non è immune alla recessione", scrive il sito americano di Abcnews, nel riportare le ultime indiscrezioni su Playboy.
Nonostante ciò alcuni gruppi di private equity, come l'Apollo capital partners e il Providence equity partners, hanno avviato dei negoziati preliminari. Il Daily Mail ha anche ipotizzato un acquirente famoso: il britannico Sir Richard Branson, fondatore dell'impero Virgin.

Sembra (il condizionale è d'obbligo) sia tutta colpa del porno gratis se l’identità dei potenziali offerenti è però un mistero, non lo è sicuramente la crisi della storica rivista, che ha pagato di tasca sua il "porno gratis" a cui si può accedere attraverso Internet, e che è stata costretta a prendere anche misure drastiche, tra cui il licenziamento del 25% della sua forza lavoro a Los Angeles e a New York.

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